LE BRONTË sorelle di brughiera
coproduzione Theama Teatro e Teatro Scientifico/Teatro Laboratorio
di e con Isabella Caserta e Anna Zago
La storia delle celebri sorelle Brontë, Charlotte, Emily ed Anne, donne controcorrente, strane, rivoluzionarie e anticonvenzionali. Morte tutte prematuramente, hanno saputo consegnare ai posteri un contributo importantissimo, non solo per la letteratura mondiale.
Il loro spirito e le loro parole hanno trovato eco anche nel secolo a seguire, ispirando sempre più giovani donne, che in loro hanno trovato un simbolo di libertà, intelligenza e di autoaffermazione.
Queste giovani sorelle cresciute tra il vento gelido della brughiera dello Yorkshire, pur vivendo come monache di clausura, sono state tutto ciò che di più trasgressivo, indecoroso e scandaloso l’Inghilterra vittoriana potesse immaginare.
Nasce così, dall’oscurità di una stanza senza candele, la forza di una scrittura che gratta il vuoto apparente e fa emergere una vita segreta, che ha il rumore di una tempesta.
PPP PIG BAND - dal porcile all'orgia di Pier Paolo Pasolini
IN COLLABORAZIONE CON LA LYDIAN SOUND ORCHESTRA
Storie non sempre amene, raccontate da tre attori, un’orchestra jazz e un corvo appollaiato su un ramo, che riflette sull’esistenza.
testi Pier Paolo Pasolini
con Anna Zago e Paolo Rozzi
e con Lydian Sound Orchestra
diretta da Riccardo Brazzale
Nelle opere di Pasolini – che qui si tributa nel centenario della nascita – sono ricorrenti temi come la diversità, la volontà di scandalo e l’opposizione all’incedere dell’omologazione del pensiero e dei costumi.
Il distacco e l’umorismo sono fondamentali, perché segnano l’unica modalità che l’autore poteva utilizzare per affrontare temi così drammatici, così come il linguaggio poetico, necessario per cristallizzare l’orrore. In un continuo intreccio fra realtà e invenzione, offriremo un catalogo dei peccatori dell’epoca di Pasolini, che poi è anche la nostra: i conformisti, i volgari, i cinici, i deboli, gli ambigui, i paurosi, gli autoritari, i sadomasochisti, i lotofagi e sì, anche gli antropofagi. Il tutto accostato alla musica jazz, che con quel suo linguaggio pieno di strappi, di assoli capaci sia di melodica persuasione che di ribollente energia, di ritmi e poliritmia in controtempo, ne rispecchia temi e simbolismo. Il tutto con un’orchestra al meglio del suo repertorio e del suo sound peculiare.
LA SCUOLA DEI MARITI E DELLE MOGLI - Molière
da ‘La scuola dei mariti’ e ‘La scuola delle mogli’ di Molière
rielaborazione drammaturgica Piergiorgio Piccoli
con Paolo Rozzi, Anna Farinello, Aristide Genovese, Piergiorgio Piccoli, Gilda Pegoraro, Anna Zago
scenografie Franco Sinico
costumi Roberta Sattin – Sartoria ‘Il monello’
disegno luci Claudio Scuccato
foto Davide Carpenedo
produzione Theama Teatro
“La scuola dei mariti e delle mogli è una girandola in libertà tanto brillante quanto vorticosa che il copione e la regia di Piccoli mantengono su un ritmo continuo, affidandosi alla verve dei baldi interpreti. Risate e applausi a profusione per un autentico gioiellino” (Giornale di Vicenza)
“Metafora sulle convenzioni sociali, critica alle diverse ipocrisie e falsità dei personaggi, e molto altro in questi due testi di Molière rielaborati e uniti in un unico spettacolo. Molière è sempre Molière, e lo zampino di Piccoli non fa altro che aggiungere con un tocco drammaturgico personalizzato, ma sempre rispettoso dei temi di fondo, elementi completanti. Che vanno a sommarsi alla visione molto ironica dell’autore francese, leggera e intrisa di battute comiche che il regista adegua al nostro tempo: che alla fine non è certo poi tanto diverso dallo storico. Si insiste così sulle battute, e sui difetti ancor più evidenti di ogni singolo personaggio, ricavandone una messa in scena molto divertente e molto ben gradita al pubblico presente” (Sipario.it)
Tratto dai capolavori “La scuola dei mariti” e “La scuola delle mogli”, di cui il primo è in qualche modo la prova generale del secondo, peraltro insuperato per ciò che riguarda il brio dell’intreccio e la straordinaria invenzione farsesca. Entrambe le commedie, così simili da essere considerate l’una la riscrittura dell’altra, sono geniali nel trattare in chiave comica lo scacco della volontà umana di fronte all’imponderabilità del reale, soprattutto nei sentimenti.
Le due famose commedie s’intitolano ‘Scuole’ perché vorrebbero ‘insegnare’ agli spettatori una visione di sé stessi più ironica e, di conseguenza, più sana. La nuova produzione di Theama Teatro coglie tutti i migliori aspetti dell’intreccio delle due opere e li collega alla nostra quotidianità, ottenendo così una metafora universale delle convenzioni relazionali e sociali riferite al genere femminile e a quello maschile. Il concetto di “tradimento”, elemento costante e quasi immancabile di ogni genere di commedia in ogni epoca, qui torna nell’immagine arcaica e materica, oltre che surreale, delle “corna”, elemento visibile e imbarazzante che nessuno vorrebbe mai ostentare sul capo. Si crea quindi un gioco teatrale che scherza, attraverso questa antica metafora, sul tema dei contrasti di coppia, mettendo in evidenza le differenze di costumi e comportamenti che connotano anche i conflitti del mondo contemporaneo.
La storia è un meccanismo perfetto, semplice nel susseguirsi delle scene, facilmente adattabile ad un’epoca e ad un luogo indefinibili. Aristide e Lello allevano due ragazze senza genitori nell’intento di farne le loro spose, ma solo il primo, più vecchio, tratta la sua amata dandole fiducia e concedendole libertà riuscendo a conquistarne i sentimenti. L’altro, tirannicamente severo, complice anche l’ingenuità indotta con le sue restrizioni, vede invece la sua donna diventare preda di un giovane e romantico corteggiatore. Nell’opera, che vive soprattutto della comicità di Lello, contrapposta alla lungimiranza di Aristide, sono stati individuati echi della biografia dello stesso Molière, che si accingeva in quell’epoca a sposare Armande Béjart. L’abilità dell’uomo di comprendere a fondo la psicologia femminile, incarnata da Aristide ma anche dal giovane Valerio, si contrappone quindi alla vecchia visione del rapporto di coppia dell’ottuso Lello, che ci offre uno spaccato di come la fragilità dell’uomo e l’incapacità di relazionarsi con l’altro sesso possono sfociare in atteggiamenti rigidi, anche violenti e, nel nostro caso, totalmente ridicoli. Anche l’intuito, la velocità di pensiero, oltre alla grande intelligenza emotiva delle figure femminili, sono un elemento fondamentale per rendere questa commedia ancora più attuale e, a suo modo, elastica nell’interpretazione e nell’analisi dei generi e delle alchimie generate dal rapporto fra sessi e su come l’educazione sentimentale degli uomini, ma più in generale l’educazione alla relazione, sia necessaria per sostenere la crescita, l’indipendenza e la solidità delle donne, pilastro portante di ogni comunità.