L’adolescenza di Miriàm/Maria smette da un’ora all’altra. Un annuncio le mette il figlio in grembo.
Qui c’è la storia di una ragazza, operaia della divinità, narrata da lei stessa.
Qui c’è l’amore smisurato di Iosef per la sposa promessa e consegnata a tutt’altro. Miriàm/Maria, ebrea di Galilea, travolge ogni costume e legge. Esaurirà il suo compito partorendo da sola in una stalla.
Qui narra la gravidanza avventurosa, la fede del suo uomo, il viaggio e la perfetta schiusa del suo grembo. La storia resta misteriosa e sacra, ma con le corde vocali di una madre incudine, fabbrica di scintille. Le notizie su Miriàm/Maria provengono dalle pagine di Matteo e di Luca.
Qui s’ingrandisce un dettaglio da loro accennato: l’ascensione della natività nel corpo femminile, il più perfetto mistero naturale. E’ in fondo senza peso il concorso maschile in questa storia, senza che se ne senta la mancanza, nonostante la figura di Giuseppe emerga in tutta la sua umanità. Non è scritto nei loro libri che nella stalla c’erano levatrici o altro personale intorno al parto. Partorì da sola. Questo è il maggior prodigio di quella notte di natività: la perizia di una ragazza madre, la solitudine assistita.
“In nome del padre” inaugura il segno della croce.
In nome della madre s’inaugura la vita.
Spettacolo inserito nella IV edizione del Festival Biblico 2008
In nome della madre
TITOLO
Erri De Luca
AUTORI
prosa poetica
GENERE
Anna Zago, Daniele Berardi
CAST
Giovanni Panozzo
MUSICHE
Carloalberto Piccoli
SCENOGRAFIE
Aristide Genovese
ASSISTENTE REGIA
Piergiorgio Piccoli
REGIA