IL TEATRO COMICO - CON GIULIO SCARPATI

di Carlo Goldoni

adattamento e regia Eugenio Allegri

con Giulio Scarpati

e in ordine alfabetico

Grazia Capraro, Aristide Genovese, Vassilij Mangheras, Manuela Massimi, Solimano Pontarollo, Irene Silvestri, Roberto Vandelli, Anna Zago

scene e costumi Licia Lucchese
video arte e suono Alessandro Martinello
aiuto regia Alessia Donadio

produzione PPTV e Teatro Stabile del Veneto

PPTV (associazione costituita da sei realtà produttive professionali venete: Ensemble Teatro Vicenza, Pantakin da Venezia, Tam Teatromusica, Teatro Scientifico/Teatro Laboratorio, Theama Teatro, Tib Teatro), ideatrice del progetto, ha al suo attivo l’organizzazione di “Sguardi”, Festival del Teatro Contemporaneo Veneto, che si è svolto in ogni città sede di una delle compagnie PPTV: Vicenza, Venezia, Padova, Verona, Belluno.

“Il Teatro Comico”, la prima delle 16 commedie nuove che Carlo Goldoni scrisse a partire dal 1750 per l’impresario Medebach, è un testo metateatrale (in scena una compagnia impegnata nelle prove di uno spettacolo) estremamente moderno nella sua concezione, esempio di teatro nel teatro da cui emergono gli intenti della riforma goldoniana. In un periodo critico come quello che stiamo attraversando, la scelta di questo testo invita a una riflessione sul mestiere dell’attore e sulle sue difficoltà, sul teatro e sulle sue poetiche.
I produttori teatrali professionali veneti, riuniti in PPTV sono imprese venete di produzione che da decenni svolgono un importante lavoro sul territorio. In un momento in cui molte realtà teatrali si sono fermate a causa dell’emergenza sanitaria, PPTV risponde alla grave situazione causata da Covid 19 facendo squadra per la creazione di un progetto produttivo unitario e condiviso che vede coinvolte tutte le sue strutture. Con questo progetto dal significativo titolo “6X1” PPTV intende, in un momento di grande difficoltà per il settore della produzione, tutelare il lavoro dei suoi associati costruendo un esempio di buona pratica attraverso un’esperienza che unisce non solo i singoli produttori, ma anche le loro risorse in un percorso produttivo unitario che rappresenta un unicum originale e inedito nel panorama regionale.
Ai sei produttori si aggiungono l’importante collaborazione con il Teatro Stabile del Veneto che partecipa come coproduttore e il sostegno della Regione Veneto.

Note di regia
Avere oggi l’opportunità di mettere in scena “Il teatro comico” di Carlo Goldoni, significa poter approfittare di un’occasione storica. Dico questo per tante ragioni: perché con esso si può mostrare in forma di teatro l’esempio prezioso e antico di un dibattito pubblico laico, pratica andata disgraziatamente perduta dalla fine del ‘900; perché si può calcolare con buona approssimazione l’inizio del rinnovamento di una certa problematica relativa ai linguaggi della comunicazione sociale collegata a quella della espressività teatrale; perché si registra la testimonianza epocale della irrinunciabilità del teatro nella società; perché si riafferma lo spettacolo teatrale, che sempre si produce attraverso un complesso e laborioso sistema di analisi, di studi, di princìpi, di regole, di esperimenti insomma di teorie da un lato e di faticose e lunghe pratiche applicate dall’altro, quale fatto semplicemente e immancabilmente gioioso, anche nel pieno del tormento, anche quando fuori
dai teatri ci si trovi a convivere, malgrado o no, con le catastrofi; infine perché rappresenta una svolta culturale in quanto è la scena a riflettere su di sé e non lascia ad altri il compito di farlo, dato che, nei veri momenti di svolta, niente e nessuno può parlare a nome di altri o in altra forma.
Succede allora che un testo pochissimo rappresentato sulle scene contemporanee, si riproponga quale moderno classico contemporaneo all’attenzione di teatranti e di spettatori e felicemente ne unisca le sorti: tanto più il teatro infonde negli attori nuova linfa vitale quanto più la società riesce a trarre dal teatro alimento ricostituente.
Il fatto è che a noi teatranti non basta che il teatro esista in quanto tale e in quanto tale rappresenti o dialoghi con altre realtà. Occorre che, oltre a mantenere intatta la sua indole evocatrice e premonitrice, esso costringa continuamente ognuno di noi, attori, drammaturghi, registi, artisti figurativi e coreutici a misurarci con la novità, a non interrompere mai la ricerca, lo studio, l’approfondimento dei contenuti e delle forme, senza dimenticare che poi bisognerà sapere come verificare gli esiti, preservare i risultati acquisiti e tracciare i futuri destini della nostra stessa esistenza.
Potrei elencare decine di ragioni per le quali l’indagine artistica e pedagogica, mi ha spinto a suggerire un’intonazione, a tracciare movimenti, a istigare gesti, a pensare a una certa luce, a condividere un’idea dello spazio scenico, dei tanti costumi, delle immagini astratte in quanto estirpate dunque estratte da altri confini e contorni a supporto di quelli della scena teatrale; potrei affermare senza alcun dubbio di credere ancora e sempre di più nella forza ancestrale delle maschere della commedia dell’arte, a credere che il fatto “comico” abbia bisogno della risata sonora del pubblico in sala e di quella silenziosa degli attori in scena, tuttavia, alla fine, so che ciò che conta veramente è quanto il pubblico capirà senza che io debba difendere per ogni tratto di strada i tanti passi allineati, le tante soste accumulate e i perché di quello o i perché di questo…..
Indico la mappa, poi però, come mi ha insegnato un grande maestro come Leo De Berardinis, la sfida del teatro nasce nel percorso, laddove l’incognita arricchisce il discorso, laddove senza alcuna spavalderia o arroganza si affronta il testo e se ne svela il contenuto. L’attore che sulla scena sembra imporre, in realtà propone.
Prendiamo atto che Goldoni, ne “Il teatro comico”, alla fine, diviene egli stesso un luogo e un tempo, al punto che la sua sostanza umana si rende essa stessa unità aristotelica, quella che l’antico filosofo ci chiede di rispettare qualora volessimo rinchiudere in pochi tratti il racconto essenziale delle nostre e delle altre vite legandole eternamente tra loro col filo solido e trasparente dell’invenzione poetica.
La cosa che va considerata profondamente in Goldoni è la testimonianza di quanto lui e la sua Venezia rappresentino la stessa entità. E tuttavia egli, vittima delle derisione di tanti suoi concittadini della sua epoca, avvezzi al potere e dediti a sfruttarne la parte meschina, sceglie di risponde alla derisorio col comico, all’umiliazione con l’ironia, alla meschinità con il genio ludico.
Il “comico” diviene necessario non nel teatro di Plauto, non nelle corti medievali dove prolificano i giullari bensì agli albori della trasformazione borghese della società. Come l’ Arlecchino bergamasco, catapultato suo malgrado nella laguna veneziana attraverso il battesimo dell’acqua, smarrito dal nuovo mondo e abbandonato quello vecchio, che non può fare altro che dichiarare arditamente “Audace fortuna juvant…con quel che segue”.
Chiudo con le stesse parole che il Goldoni, del nostro “Teatro comico” rivolge alla platea chiudendo la giornata di prove della sua compagnia: “Oso pensare signori miei che, in futuro, qualsiasi sorte toccherà a questa nostra meravigliosa Venezia, a questa straordinaria nazione italiana, anche di fronte alla più terribile delle catastrofi, entrambe non vorranno mai rinunciare al teatro, a comprenderne la necessità per coloro che lo animano ma anche per coloro che ne fruiscono, per rinnovare l’occasione che ogni artista ha di procurare ristoro allo spirito degli uomini se mai questi dovessero smarrirlo e a propria volta smarrirsi.
E se è pur vero che sinora il teatro ha per lo più comparato se stesso con il mondo, non vi è dimostrazione migliore delle peripezie affrontate in questa nostra giornata di lavoro, simile a quella di tante persone che vivono in questo nostro tempo, per poter dire con certezza a noi stessi e ai nostri pregiatissimi uditori che non vi è più bisogno di comparazione, non vi è più necessità di somiglianza, e non vi è più finzione che non sia essa stessa verità, poiché il nostro teatro non solo si pregia di mettere sulla scena il mondo, il nostro teatro, signori, è, il mondo.” (Eugenio Allegri)

Giulio Scarpati
Sale sul palco a soli 12 anni e il teatro rimarrà una costante della sua vita professionale. Lavora tra gli altri con registi come Aldo Trionfo, Antoine Vitez, Gianfranco De Bosio, Ermanno Olmi, Elio De Capitani, Massimo Castri, Maurizio Scaparro, Gigi Dall’Aglio, Pietro Garinei, Alessandro Gasmann, Nora Venturini, passando dai classici al teatro contemporaneo e anche alla commedia musicale con “Aggiungi un posto a tavola”. Ci piace ricordare “Orfani” con Sergio Fantoni, “L’idiota” di Dostoiewskij, “Oscura immensità“ testo di M. Carlotto e i più recenti ”Una giornata particolare” tratto dal film di Ettore Scola e l’ultimo spettacolo “Il Misantropo” 2019. Anche il cinema lo vede protagonista nel 1989 in “Roma, Paris, Barcellona” con cui vince il Premio “Sacher” come Miglior Attore. Nel 1994 con “Il giudice ragazzino” ottiene il Premio “Efebo d’oro” e il Premio “David di Donatello” come Miglior Attore Protagonista. Ricordiamo tra gli altri “Pasolini un delitto italiano” con la regia Marco Tullio Giordana, ”Chiedi la luna“ di Giuseppe Piccioni e “Mario, Maria e Mario” di Ettore Scola.
In televisione lo ricordiamo in “Resurrezione” dei fratelli Taviani, “Cuore” regia Maurizio Zaccaro, “L’ultima pallottola” di Michele Soavi, “L’uomo della carità – Don Luigi Di Liegro” regia di Alessandro Di Robilant, “Cugino e Cugino” di Vittorio Sindoni, “Fuoriclasse 2” con Luciana Littizzetto… e naturalmente lo ricordiamo protagonista di “Un medico in famiglia” nella fortunata serie.

Eugenio Allegri
Partecipa al suo primo stage di commedia dell’arte tenuto in Italia nel 1978 da Jacques Lecoq e si diploma nel 1979 alla Scuola di Teatro “Alessandra Galante Garrone” di Bologna. Come attore inizia l’attività professionistica con i “Dialoghi” di Ruzante diretto, in Italia, da Francesco Macedonio e Jacques Lecoq. Nel 1981 partecipa allo spettacolo del Teatro Stabile di Torino “L’opera dello Sghignazzo”, scritto e diretto da Dario Fo. Dal 1982 al 1984 entra a far parte del Tag Teatro di Venezia, la più importante compagnia italiana di Commedia dell’Arte, diretta da Carlo Boso: con la maschera di Arlecchino sarà in tournée per due anni in tutta Europa. Nel 1986 é chiamato da Leo De Berardinis per partecipare a molti dei suoi spettacoli, ultimo sarà “Ha da passà ‘a nuttata” dall’opera di Eduardo De Filippo, Premio UBU come miglior spettacolo italiano del 1990. Nel 1994 Alessandro Baricco scrive per Eugenio Allegri “Novecento”: lo spettacolo, diretto da Gabriele Vacis, diventerà in Italia un grande successo e da questo momento Allegri viene riconosciuto come uno dei più ammirati interpreti del teatro italiano contemporaneo, protagonista di innumerevoli ed importanti produzioni di prestigiosi teatri nazionali quali il Teatro Stabile di Genova, il Teatro dell’Archivolto, l’ERT Emilia Romagna Teatro e di straordinarie performances di solista sia di testi classici che contemporanei. Parallelamente all’attività di attore, Allegri sviluppa l’attività di drammaturgo e regista scrivendo e dirigendo tra il 1986 e il 1997 scenari di commedia dell’arte per alcune giovani compagnie italiane. Nel 1998 è regista del “Re cervo” di Carlo Gozzi, prodotto dal Teatro Stabile di Venezia e negli anni successivi mette in scena o interpreta testi di Molière, Beaumarchais, Bertold Brecht, Peter Weiss, Giovanni Testori e adattamenti da Primo Levi, Dino Buzzati, Umberto Eco e altri grandi scrittori italiani. Nell’ottobre 2017 debutta al Theatre de Renelaghe di Parigi “La parole du silence” di e con Elena Serra, di cui Allegri è regista.
Nel frattempo, l’8 giugno 2016, erano iniziate a Torino le prove di “Mistero Buffo” di Dario Fo, di cui Allegri è il regista e Matthias Martelli il giovane interprete, per la messa in scena del capolavoro del grande attore italiano premio Nobel nel 1997. “Mistero Buffo” ha debuttato con grande successo alle Fonderie Limone di Torino il 6 febbraio 2018, prodotto dal Teatro Stabile di Torino. Nel luglio del 2019 debutta in “Nati sotto contraria stella” scritto e diretto da Leo Muscato con il quale due anni prima aveva partecipato a “Il nome della rosa”. Nella sua carriera Allegri ha preso parte a film,
a trasmissioni e sceneggiati televisivi e ha collaborato con molti musicisti di fama nazionale ed internazionale. Dal 2015 è direttore del Teatro Fonderia Leopolda di Follonica, in Toscana.


SIRENE - L' UTLIMO INCANTO

progetto LCZ Laquidara-Carlesso-Zago
testo e regia Anna Zago
consulenza registica e drammaturgica Piergiorgio Piccoli
con Stefania Carlesso, Patrizia Laquidara, Anna Zago
ricomposizioni musicali e drammaturgia sonora Patrizia Laquidara
scene Franco Sinico con la consulenza di Adriano Pernigotti
luci Enrico Berardi
consulenza musicale Alfonso Santimone
produzione Theama Teatro

debutto 13, 14, 15, 16, 17 ottobre 2021 al 74° CICLO DI SPETTACOLI CLASSICI AL TEATRO OLIMPICO DI VICENZA

I biglietti per tutte le date di Sirene sono esauriti.
Compila il form online per essere avvisato in caso di nuova disponibilità > https://www.tcvi.it/it/classici/spettacoli/74-ciclo-di-spettacoli-classici/sezione-off/sirene/

TRE VOCI PER UN INCANTO, UN INCANTAMENTO E UN INCANTESIMO
L’origine letteraria della figura delle sirene è l’Odissea di Omero dove vengono presentate come cantatrici marine abitanti un’isola del Tirreno. Qui le sirene incantavano, facendoli poi morire, i marinai che incautamente sbarcavano su quell’isolotto fatale imbiancato di ossa umane.
Le Sirene tentano Odisseo con l’invito a una nuova conoscenza, attraverso l’ascolto del loro canto.
Nella tradizione figurativa e in quella letteraria le sirene sono generalmente tre, si tratta delle sorelle: Partenope, Leucosia e Ligea. Anche in questo spettacolo le protagoniste sono tre donne che accanto ad una vasca d’acqua, simbolo del famoso scoglio, attendono l’arrivo di Odisseo durante il suo ultimo viaggio alla ricerca, come dice Dante, di virtude e canoscenza.
In continuità con il lavoro svolto nell’anno precedente “Clitennestra – i morsi della rabbia”, Anna Zago ritorna ad occuparsi di donne mitologiche bellissime e terribili, strumento di fascinazione e di morte, di desiderio e di vendetta. Ma questa volta non è sola, le compagne con cui divide il palcoscenico sono due artiste di talento del panorama teatrale e musicale legate al nostro territorio, Patrizia Laquidara e Stefania Carlesso. Alla ricerca teatrale quindi si accosta anche la ricerca musicale di Patrizia Laquidara che ha portato il suo disco il canto dell’anguana a vincere la Targa Tenco. Le interpreti daranno vita e voce alle sirene, facendo immaginare agli spettatori la seduzione magica del bianco scoglio spettrale, volendo incantare i loro sensi attraverso la parola, il canto, il sussurro, il ricordo, il sollievo e la paura. La verità rivelata nella sua crudezza avrà la voce delle donne del mito che l’uomo Ulisse non ha saputo ascoltare.

Si ringrazia Carlotta Trombin per gli spunti tematici


SIRENE - L'ULTIMO INCANTO

progetto LCZ Laquidara-Carlesso-Zago
testo e regia Anna Zago
consulenza registica e drammaturgica Piergiorgio Piccoli
con Stefania Carlesso, Patrizia Laquidara, Anna Zago
ricomposizioni musicali e drammaturgia sonora Patrizia Laquidara
scene Franco Sinico con la consulenza di Adriano Pernigotti
luci Enrico Berardi
consulenza musicale Alfonso Santimone
produzione Theama Teatro

debutto 13, 14, 15, 16, 17 ottobre 2021 al 74° CICLO DI SPETTACOLI CLASSICI AL TEATRO OLIMPICO DI VICENZA

I biglietti per tutte le date di Sirene sono esauriti.
Compila il form online per essere avvisato in caso di nuova disponibilità > https://www.tcvi.it/it/classici/spettacoli/74-ciclo-di-spettacoli-classici/sezione-off/sirene/

TRE VOCI PER UN INCANTO, UN INCANTAMENTO E UN INCANTESIMO
L’origine letteraria della figura delle sirene è l’Odissea di Omero dove vengono presentate come cantatrici marine abitanti un’isola del Tirreno. Qui le sirene incantavano, facendoli poi morire, i marinai che incautamente sbarcavano su quell’isolotto fatale imbiancato di ossa umane.
Le Sirene tentano Odisseo con l’invito a una nuova conoscenza, attraverso l’ascolto del loro canto.
Nella tradizione figurativa e in quella letteraria le sirene sono generalmente tre, si tratta delle sorelle: Partenope, Leucosia e Ligea. Anche in questo spettacolo le protagoniste sono tre donne che accanto ad una vasca d’acqua, simbolo del famoso scoglio, attendono l’arrivo di Odisseo durante il suo ultimo viaggio alla ricerca, come dice Dante, di virtude e canoscenza.
In continuità con il lavoro svolto nell’anno precedente “Clitennestra – i morsi della rabbia”, Anna Zago ritorna ad occuparsi di donne mitologiche bellissime e terribili, strumento di fascinazione e di morte, di desiderio e di vendetta. Ma questa volta non è sola, le compagne con cui divide il palcoscenico sono due artiste di talento del panorama teatrale e musicale legate al nostro territorio, Patrizia Laquidara e Stefania Carlesso. Alla ricerca teatrale quindi si accosta anche la ricerca musicale di Patrizia Laquidara che ha portato il suo disco il canto dell’anguana a vincere la Targa Tenco. Le interpreti daranno vita e voce alle sirene, facendo immaginare agli spettatori la seduzione magica del bianco scoglio spettrale, volendo incantare i loro sensi attraverso la parola, il canto, il sussurro, il ricordo, il sollievo e la paura. La verità rivelata nella sua crudezza avrà la voce delle donne del mito che l’uomo Ulisse non ha saputo ascoltare.

Si ringrazia Carlotta Trombin per gli spunti tematici


SIRENE - L' ULTIMO INCANTO

progetto LCZ Laquidara-Carlesso-Zago
testo e regia Anna Zago
consulenza registica e drammaturgica Piergiorgio Piccoli
con Stefania Carlesso, Patrizia Laquidara, Anna Zago
ricomposizioni musicali e drammaturgia sonora Patrizia Laquidara
scene Franco Sinico con la consulenza di Adriano Pernigotti
luci Enrico Berardi
consulenza musicale Alfonso Santimone
produzione Theama Teatro

debutto 13, 14, 15, 16, 17 ottobre 2021 al 74° CICLO DI SPETTACOLI CLASSICI AL TEATRO OLIMPICO DI VICENZA

I biglietti per tutte le date di Sirene sono esauriti.
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TRE VOCI PER UN INCANTO, UN INCANTAMENTO E UN INCANTESIMO
L’origine letteraria della figura delle sirene è l’Odissea di Omero dove vengono presentate come cantatrici marine abitanti un’isola del Tirreno. Qui le sirene incantavano, facendoli poi morire, i marinai che incautamente sbarcavano su quell’isolotto fatale imbiancato di ossa umane.
Le Sirene tentano Odisseo con l’invito a una nuova conoscenza, attraverso l’ascolto del loro canto.
Nella tradizione figurativa e in quella letteraria le sirene sono generalmente tre, si tratta delle sorelle: Partenope, Leucosia e Ligea. Anche in questo spettacolo le protagoniste sono tre donne che accanto ad una vasca d’acqua, simbolo del famoso scoglio, attendono l’arrivo di Odisseo durante il suo ultimo viaggio alla ricerca, come dice Dante, di virtude e canoscenza.
In continuità con il lavoro svolto nell’anno precedente “Clitennestra – i morsi della rabbia”, Anna Zago ritorna ad occuparsi di donne mitologiche bellissime e terribili, strumento di fascinazione e di morte, di desiderio e di vendetta. Ma questa volta non è sola, le compagne con cui divide il palcoscenico sono due artiste di talento del panorama teatrale e musicale legate al nostro territorio, Patrizia Laquidara e Stefania Carlesso. Alla ricerca teatrale quindi si accosta anche la ricerca musicale di Patrizia Laquidara che ha portato il suo disco il canto dell’anguana a vincere la Targa Tenco. Le interpreti daranno vita e voce alle sirene, facendo immaginare agli spettatori la seduzione magica del bianco scoglio spettrale, volendo incantare i loro sensi attraverso la parola, il canto, il sussurro, il ricordo, il sollievo e la paura. La verità rivelata nella sua crudezza avrà la voce delle donne del mito che l’uomo Ulisse non ha saputo ascoltare.

Si ringrazia Carlotta Trombin per gli spunti tematici


SIRENE - L'ULTIMO INCANTO

progetto LCZ Laquidara-Carlesso-Zago
testo e regia Anna Zago
consulenza registica e drammaturgica Piergiorgio Piccoli
con Stefania Carlesso, Patrizia Laquidara, Anna Zago
ricomposizioni musicali e drammaturgia sonora Patrizia Laquidara
scene Franco Sinico con la consulenza di Adriano Pernigotti
luci Enrico Berardi
consulenza musicale Alfonso Santimone
produzione Theama Teatro

debutto 13, 14, 15, 16, 17 ottobre 2021 al 74° CICLO DI SPETTACOLI CLASSICI AL TEATRO OLIMPICO DI VICENZA

I biglietti per tutte le date di Sirene sono esauriti.
Compila il form online per essere avvisato in caso di nuova disponibilità > https://www.tcvi.it/it/classici/spettacoli/74-ciclo-di-spettacoli-classici/sezione-off/sirene/

TRE VOCI PER UN INCANTO, UN INCANTAMENTO E UN INCANTESIMO
L’origine letteraria della figura delle sirene è l’Odissea di Omero dove vengono presentate come cantatrici marine abitanti un’isola del Tirreno. Qui le sirene incantavano, facendoli poi morire, i marinai che incautamente sbarcavano su quell’isolotto fatale imbiancato di ossa umane.
Le Sirene tentano Odisseo con l’invito a una nuova conoscenza, attraverso l’ascolto del loro canto.
Nella tradizione figurativa e in quella letteraria le sirene sono generalmente tre, si tratta delle sorelle: Partenope, Leucosia e Ligea. Anche in questo spettacolo le protagoniste sono tre donne che accanto ad una vasca d’acqua, simbolo del famoso scoglio, attendono l’arrivo di Odisseo durante il suo ultimo viaggio alla ricerca, come dice Dante, di virtude e canoscenza.
In continuità con il lavoro svolto nell’anno precedente “Clitennestra – i morsi della rabbia”, Anna Zago ritorna ad occuparsi di donne mitologiche bellissime e terribili, strumento di fascinazione e di morte, di desiderio e di vendetta. Ma questa volta non è sola, le compagne con cui divide il palcoscenico sono due artiste di talento del panorama teatrale e musicale legate al nostro territorio, Patrizia Laquidara e Stefania Carlesso. Alla ricerca teatrale quindi si accosta anche la ricerca musicale di Patrizia Laquidara che ha portato il suo disco il canto dell’anguana a vincere la Targa Tenco. Le interpreti daranno vita e voce alle sirene, facendo immaginare agli spettatori la seduzione magica del bianco scoglio spettrale, volendo incantare i loro sensi attraverso la parola, il canto, il sussurro, il ricordo, il sollievo e la paura. La verità rivelata nella sua crudezza avrà la voce delle donne del mito che l’uomo Ulisse non ha saputo ascoltare.

Si ringrazia Carlotta Trombin per gli spunti tematici


SEMINARIO LA PRESENZA DELL' ASSENZA - RESIDENZA A CASA NOSTRA

LA PRESENZA DELL’ASSENZA – SEMINARIO TEATRALE

FINALIZZATO ALL’INSERIMENTO DI UNA PERFORMANCE DI COMUNITA’ ALL’INTERNO DELLO SPETTACOLO UN PACCHETTO DI GAULOISES DI THEAMA TEATRO DEL 25 E 26 SETTEMBRE 2021

La vita e le opere di Guido Morselli, a cui è ispirato lo spettacolo teatrale Un Pacchetto di Gauloises, parlano di solitudine forzata, di isolamento dal mondo, di una quarantena rispetto agli altri esseri umani.

Molto indicativo, quasi oracolare, se pensiamo alla situazione che il nostro mondo sta vivendo.

Questa condizione di isolamento, che ormai tutti ben conosciamo, ci guida in un percorso, tra le pagine morselliane e l’esperienza personale contemporanea, un percorso quasi archeologico nella nostra mente per cogliere attraverso il ricordo tutti i particolari della vita che sono significativi, ma anche in una nuova focalizzazione e interpretazione degli avvenimenti apparentemente insignificanti, che però comportano conseguenze fondamentali nella nostra esistenza. Un inseguimento della memoria più intima, dalle mansioni spicciole del quotidiano fino al significato più nobile del nostro esistere, prolificare, costruire. Nel ricordo di quel momento in cui ci siamo confrontati con città vuote, con una routine quotidiana completamente scardinata e con la paura che potesse accadere anche a noi qualcosa di terribile, cioè dissolverci in una realtà appannata, in una nebbia di incertezze, abbiamo tutti dovuto fare i conti con noi stessi. Abbiamo vissuto di incertezze anche su come muoversi e organizzarci per affrontare il giorno successivo, con la paura dell’ignoto che traspariva dalle cose che fino a poco prima ci sembravano fin troppo note, conosciute, comprese le nostre stesse abitudini.

Ma da questo incontro di persone, dal confronto di una comunità, ispirati dalle parole di Guido Morselli, potrebbe nascere il seme e il fondamento per una nuova società, con nuovi valori e maggiore rispetto per l’esistenza delle altre persone.

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Il seminario sarà condotto dagli attori e registi di Theama Teatro:

Piergiorgio Piccoli, Aristide Genovese, Anna Zago, Ester Mannato

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Seminario gratuito con prenotazione obbligatoria 0444322525 info@theama.it

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L'evento fa parte del progetto "A casa nostra", un’iniziativa della Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, in accordo e con il sostegno della Regione del Veneto, in collaborazione con Arteven Circuito Teatrale Regionale con il Teatro Stabile del Veneto


LA MUGER DELL' OTTOMAN - A CASA NOSTRA

COMMEDIA BRILLANTE IN LINGUA VENETA

di Aristide Genovese

con Aristide Genovese, Piergiorgio Piccoli, Anna Zago, Daniele Berardi, Anna Farinello

regia Piergiorgio Piccoli

Siamo a Venezia nel ‘700. Madama Lucrezia con la serva Elisabetta sono costrette, dall’antiquario Gerardo, marito gelosissimo di Lucrezia, a stare rinchiuse in casa anche durante le celebrazioni del Carnevale. Gerardo è in viaggio d’affari a Padova, quindi, approfittando dell’occasione, Lucrezia e la serva attirano in casa con uno stratagemma l’ingenuo sior Tonin, follemente innamorato della vispa dama veneziana ... continua

L'evento fa parte del progetto "A casa nostra", un’iniziativa della Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, in accordo e con il sostegno della Regione del Veneto, in collaborazione con Arteven Circuito Teatrale Regionale con il Teatro Stabile del Veneto


THE WASP (LA VESPA) - FESTIVAL DI TODI

con Guenda Goria e Miriam Galanti

di Morgan Lloyd Malcolm

traduzione Enrico Luttmann

regia Piergiorgio Piccoli

debutto al Festival di Todi, XXXV edizione, il 31 agosto 2021

La Vespa è un thriller psicologico, caratterizzato da un linguaggio tagliente e diretto, per cui se amate i colpi di scena e i finali inaspettati è lo spettacolo giusto .... continua


SHAKESPEARE IN INVERNO - NUOVI PALCOSCENICI

Spettacolo finale percorso formativo Vicenza.

Ingresso gratuito su prenotazione.

Tutte le info > https://teatrospaziobixio.com/evento/shakespeare-in-inverno-2/


FOR.THE - NUOVI PALCOSCENICI

SHAKESPEARE IN INVERNO

Spettacolo finale percorso formativo Vicenza - FOR.THE - centro di formazione teatrale diffuso

Anteprima.

Tutte le info > https://teatrospaziobixio.com/evento/shakespeare-in-inverno/